In merito agli ultimi fatti avvenuti nel quartiere, pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Spazio Pubblico di Scampia, di cui è parte attiva l’associazione DREAM TEAM – donne in rete.
Non possiamo che apprendere con sgomento della notizia di un altro uomo ammazzato a Scampia. Con lo stesso sgomento leggiamo gli articoli che prontamente il web ha sfornato a riguardo: candidi bambini che cantano per la recita di Natale, e proprio nel cortile due spietati killer… Chi era in agguato ha sparato l’abc del racconto thriller di successo, trovandosi tra le mani la trama di una storia succulenta (anche a costo di forzare la mano, visto che l’omicidio, secondo fonti molto attendibili, non è avvenuto nel cortile della scuola…).
A Napoli le agenzie educative sono ridotte ormai all’osso, ma in molti continuano a compiere ogni sforzo per realizzare il meglio del sociale e della pedagogia contemporanea. A Napoli la refezione per i nidi comunali è partita appena due settimane fa: fino ad allora il rapporto alunni (di 2 anni) maestre era di 2 a 22 e i genitori dovevano andare a prendere i propri figli alle 12. In molte scuole elementari il rapporto è ancora oggi di 1 insegnante ogni 30 alunni e sono venuti a mancare i fondi per molte delle cose necessarie all’andamento ordinario. Le educative territoriali e gli altri progetti di sostegno alla scuola e al sociale hanno ormai chiuso o stanno per chiudere, non ricevendo più fondi da oltre tre anni. Eppure proprio la scuola oggetto delle cronache di ieri è una di quelle in cui si realizza la migliore sperimentazione pedagogica, anche grazie alle associazioni del territorio che continuano a supportare l’utopia di una pedagogia della liberazione, pur in tempo di crisi e in un clima di tensione che viene alimentato continuamente.
E così ci chiediamo ancora una volta:
1) Com’è possibile che tutto questo non trova spazio nel racconto della realtà?
2) Quando finirà la multinazionale della droga con sede a Scampia di regolare gli equilibri aziendali producendo morti? (Ce lo chiediamo anche per le multinazionali che fabbricano medicine, per chi la comanda a Wall street, o per l’Ilva di Taranto)
3) Quando finirà la società dello spettacolo di produrre cultura della morte? Quando impareranno il cinema e il giornalismo a raccontare la realtà ricorrendo a elementi narrativi diversi da quelli della lettura noir?
L’unica arma che abbiamo è boicottare i prodotti di queste multinazionali:
Basta con i prodotti dell’industria della droga e con quelli della società dello spettacolo! Basta a nutrirci con la cultura della morte!
Napoli, 5 dicembre 2012