In occasione della commemorazione del giorno della memoria celebrata il 27 gennaio di ogni anno, pubblichiamo un articolo della nostra amica Rosa Bianco su Liliana Segre, testimone dell’orrore della Shoah e sopravvissuta al campo di concentramento, un vero monumento alla memoria.
Liliana Segre, una figura emblematica nel combattere l’oscurità del razzismo, ha dato vita alla sua eloquente testimonianza nel 1990. Attraverso il suo coraggioso atto di narrare le atrocità dell’antisemitismo, la senatrice Segre diventa il catalizzatore di un ricordo, che ci spinge a confrontarci con una dolorosa realtà trascorsa. Le sue parole, cariche di profondo significato, sono il propellente che alimenta la macchina della memoria, fungendo da baluardo, contro la possibile ricorrenza di tali orrori nella trama della storia umana. La sua testimonianza, più eloquente di migliaia di volumi, penetra direttamente nella mente e nel cuore di chi l’ascolta, rappresentando un riscatto per l’intera umanità. Un riscatto che contrappone la nostra attuale umanità a quella che, in un capitolo buio, si lasciò sedurre dalle nefandezze della Seconda Guerra Mondiale.
Chi è Liliana Segre, simbolo vivente della resilienza umana
Nella vita di Liliana Segre, la giovane milanese nata nel 1930, il destino intreccia un’infanzia serena con l’amarezza dell’inevitabile. La dolorosa scomparsa di sua madre Lucia all’età di un anno segna l’inizio di un cammino segnato da turbamenti. La gioia dei primi passi verso la conoscenza si dissolve nel 1938, con l’emanazione del Regio Decreto Legge sulle leggi razziali, imprimendo una tinta sinistra alla sua esistenza.
Espulsa dalla scuola a causa di un’arbitraria legge statale, Liliana Segre, insieme alla sua famiglia, affronta il dramma dell’esilio, tentato in Svizzera. Tuttavia, il destino crudele li getta nelle spire della detenzione, dal carcere di Varese a quello di Como e infine a San Vittore a Milano. Il 1943 segna il suo tredicesimo anno di vita, il periodo in cui le catene della persecuzione si stringono attorno a lei.
Nel 1944, consegnata alle SS insieme ad altri prigionieri ebrei, Liliana affronta l’orrore dei campi di concentramento. Da Auschwitz-Birkenau a Ravensbruck e Malchow, ella si unisce alla “Marcia della Morte”, tragica epopea, terminata solo nell’aprile del 1945. Liberata insieme ad altri 25 bambini, un esiguo numero rispetto ai 776 sotto i 14 a Auschwitz, Liliana emerge dal calvario come un simbolo vivente della resilienza umana.
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Il dramma imperscrutabile di Liliana Segre, celato nei recessi della memoria fino al 1990, si svela come un arcano custodito nei cassetti della sua esistenza. Nel mentre, Liliana si era costruita una bella famiglia e avvolta dalla dolcezza dell’essere diventata nonna, decide di svelare al mondo ciò che il passato ha inciso nel suo cuore, pur conscia del peso del dolore.
Nel 2018, l’alto riconoscimento della nomina a Senatrice a vita, conferitole dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aggiunge una nuova prospettiva alla sua esistenza. Imbattuta nella trama intricata del presente, Liliana Segre si erge a custode di una memoria, che resiste contro l’oblio.
Come una moderna Cassandra, ella avverte del pericoloso risveglio di focolai di razzismo e intolleranza, nella dichiarazione riportata da La Repubblica “Io che sono stata vittima dell’odio dell’Italia fascista sento che, dopo anni, sta ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo”, pronunciata nella prima conferenza stampa della sua vita, in cui presenta a Palazzo Madama la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, di cui lei è prima firmataria e di cui le verrà assegnata poi la Presidenza.
L’autorevolezza della sua figura pubblica è stata riconosciuta dall’attribuzione di molte e prestigiose onorificenze, lauree e medaglie.
Ma è nel “sapere che il cielo è cenere e nel suo continuare a portare in sé l’umano, nel suo farsene pienamente carico, che si ha il miracolo che l’esistenza di Liliana ci consegna.” – Daniela Padoan, enciclopediadelledonne.it
Liliana Segre: onorificenze e riconoscimenti
- 27 novembre 2008, laurea honoris causa in Giurisprudenza presso l’Università di Trieste
- 15 dicembre 2010, laurea honoris causa in Scienze pedagogiche presso l’Università di Verona
- 7 dicembre 2010, Ambrogino d’Oro della Città di Milano
- Nel gennaio del 2018 è stata nominata Senatrice a vita