Il 14 febbraio 2013 moriva a Napoli Giuseppina Di Fraia: una morte crudele quella di Pina, il marito Vincenzo Carnevale, l’ha investita e poi data alle fiamme ancora viva. Pina è morta dopo tre giorni di agonia, per le ustioni sull’ottanta per cento del corpo, per le lesioni provocate dall’investimento con l’auto, per i calci e i pugni che le sono stati inferti dal marito.
La vita di Pina è stata cancellata da un violento, da un assassino, da un uomo che non era più soddisfatto delle violenze e delle umiliazioni che le infliggeva quotidianamente, doveva andare oltre.
In corrispondenza dell’udienza del processo a Vincenzo Carnevale scegliamo di presiedere il tribunale, di stare al fianco della famiglia, delle figlie e della nipotina, costituendoci parte civile nel procedimento penale. L’appuntamento è per lunedì 30 settembre ore 9,00 al palazzo di Giustizia – Centro Direzionale di Napoli.
Contro il silenzio di chi guarda e non vede, di chi pensa che la violenza familiare sia una violenza privata. “Perche’ non vi siano vittime di serie B”.
Promotrice del presidio è l’associazione Maddalena, DREAM TEAM – Donne in Rete ha aderito insieme alle associazioni della Rete Antiviolenza: Udi Napoli, Le Kassandre, cooperativa Xenia, Associazione Antiraket Pianura per la Legalità in memora di Gigi e Paolo, Angela Cortese, Elena Coccia, Caterina Pace, Assessora Giuseppina Tommasielli.