Anche l’Associazione DREAM TEAM è nel video virale “We are Happy from Scampia: Because Scampia is a happy place”… e noi lo sappiamo bene! Di seguito, condividiamo l’interessante articolo tratto da Il mediano.it a firma di Amedeo Zeni, che ci sembra abbia colto lo spirito e i principi ispiratori dell’iniziativa alla quale abbiamo attivamente partecipato.
“La voglia di partecipazione per il bene comune non è una fiction. Se la spettacolarizzazione della camorra a Scampia viene costantemente proposta in tv, un video ci mostra quanto di buono c’è in tanti che ogni giorno vivono il quartiere.
Pronta e confezionata una nuova fiction che esalta il male del quartiere Scampia. La paura che spinge all’esclusione sociale e il disinteresse delle amministrazioni governative ringraziano. Lo spietato “gomorrismo” continua a dilagare, risvegliando un’idea insopportabile che Scampia sia esclusivamente figlia del male e della camorra. Questa costante ed eccessiva spettacolarizzazione del male non può di certo creare benefici per un quartiere che ha voglia di crescere. La camorra c’è, nessuno osa dire il contrario, ma c’è un’intera rete di attività che quotidianamente si occupa di crescita, lo fa in silenzio, lontano dai riflettori, sostenendo ed incentivando tutti quei processi benevoli che prendono le distanze da una vita fatta di sola devianza e criminalità organizzata.
Questa rete incespica fin troppo spesso con l’ostentazione della delinquenza proposta da fiction impietose, studiate ad hoc per rendere l’ambiente Scampia l’unico vero inferno in terra. Non bisogna stancarsi mai di ripetere che la lotta ad ogni forma di criminalità viene alimentata principalmente dallo sviluppo di una nuova cultura della responsabilità, tenuta in vita in questo caso da tante associazioni e tanti ragazzi, impegnati affinché il marchio di demoni possa essere definitivamente cancellato dalla loro fronte. Se la visione esterna all’ambiente è costantemente pilotata da morbose necessità cinematografiche, allora succede che i sacrifici di chi agisce per la legalità risultano vanificati e ridotti a immaginifiche esperienze di fallimento. Non è così, e va detto. Va mostrata anche e soprattutto una realtà fatta di fiducia nel futuro, una progettualità che agisce sul campo affinché il quartiere possa migliorare sempre di più. I risultati ci sono, la rete esiste, ma in pochissimi ne parlano.
GUARDA IL VIDEO #happyscampia:
Di certo quindi, la fobia per il territorio non potrà che aumentare se viene mostrato al mondo intero un aspetto terrificante che non lascia spazio a nessun tipo di investimento e di speranza. A dimostrazione del contrario Giuseppe Divaio, Dario De Simone e Ugo De Matteo hanno realizzato un video dal titolo “We are happy from Scampia – Pharrell Williams” che in pochissime ore ha ottenuto migliaia di visualizzazioni in rete. Il video, visibile nel collegamento alla fine di questa riflessione, sfoggia gruppi di ragazzi intenti a ballare e mostrare messaggi di impegno civile sulle note dell’ormai famoso tormentone musicale del momento. Un video curato nei minimi dettagli, un vero e proprio regalo per l’intera città, un lavoro speciale che quasi sembra voler rispondere a chi intende ostentare una malavita del quartiere enfatizzata fino a livelli parossistici. Esiste una dignità, orgogliosamente pretesa da tanti giovani che non intendono abbassare la testa, che non vogliono assolutamente cedere alle lusinghe di una cinematografia del consumismo che serve pacchetti mediatici confezionati con sangue, sparatorie, boss e droga. Esiste anche e soprattutto altro e lo si percepisce con vigore guardando questo video.
Un cortometraggio intenso che mostra prima di ogni altra cosa i sorrisi di chi si impegna per dimostrare, a testa alta, quanto di bello esiste nell’entusiasmo di chi vive, agisce e cresce in un quartiere stanco di apparire come il fulcro della perdizione. Se è vero che il fascino del male vince sulle curiosità degli spettatori, è vero anche che la visione di questo video trasmette non solo allegria, ma anche viva consapevolezza che c’è chi si adopera per il benessere collettivo. Questi ragazzi non hanno bisogno di riscattarsi da nulla, questi ragazzi non hanno bisogno di essere creduti, semplicemente perché non sono inferiori a nessuno, va solo restituito loro il giusto spazio per mostrare una cultura differente, sono ragazzi che meritano più rispetto e che respirano fierezza e dignità, rivelando al resto del mondo che l’impegno e la volontà non sono una fiction, sono una realtà”.