Lo scorso 22 marzo, nell’ambito del laboratorio politico Scampia Felice 2012, l’associazione DREAM TEAM – donne in rete ha promosso un seminario di approfondimento sulle politiche di pari opportunità a Napoli a cui hanno partecipato l’assessore Pina Tommasielli, la consigliera Simona Molisso, presidente della Consulta delle elette e Stefania Cantatore, portavoce dell’U.d.I. Napoli.
In una sala gremita di gente, ha preso piede una discussione ricca che ha prodotto spunti di riflessione interessanti ma anche elementi di criticità rispetto alle cosiddette pari opportunità, di cui tanto si parla ma comunque pressappoco sconosciute ai più.
Le pari opportunità sono un terreno su cui, purtroppo, vige ancora un’aria confusa, un disordine di opinioni. Non bisogna cadere nell’errore di considerare le p.o. come un qualcosa di estraneo alla politica, come sta a sottolineare il titolo scelto per il seminario “Le politiche di p.o. nel territorio di Napoli”. Parliamo di politica e non di altro in quanto esse rappresentano la risposta ad un problema collettivo che, in quanto tale, necessita di una risposta politica.
Una volta assodato che si tratta di politiche, c’è da aggiungere “trasversali”, politiche trasversali. Già, perché le donne non sono una categoria di analisi, non costituiscono un gruppo sociale, sono la metà della cittadinanza. E allora è necessario rivedere i tradizionali settori di intervento pubblico e ricalibrarli sui bisogni e diritti anche della cittadinanza femminile. In primo luogo il lavoro, perché lavoro e pari opportunità vanno a braccetto, o almeno dovrebbero in quanto non esiste emancipazione che tenga senza indipendenza economica.
Ciò detto, va ricordato un altro aspetto importante, quello della militanza. Maria De Marco, assessore alle p.o. della VIII municipalità nella precedente consiliatura, ricordava che “le politiche di parità hanno bisogno di militanza, oltre che di rappresentanza”. Perché?
Perché la parità uomo – donna di fatto, ad oggi, ancora non esiste. Perché le tante norme italiane a tutela della donna non si sono ancora tradotte in una reale eguaglianza. Un’eguaglianza non di corpi ma di diritti ed opportunità di realizzare liberamente il proprio percorso di vita.
Se un uomo passa la gran parte della giornata fuori casa per lavoro, questo è considerato un buon lavoratore, un uomo che fa il suo dovere. Se invece è una donna a fare la stessa cosa, per gli stessi motivi, ci sarà sempre un velo di disapprovazione nei suoi confronti, si dirà “quella esce la mattina e torna la sera”.
Fabiana Romano & Sara Di Somma
Tratto da Fuga di Notizie – Aprile 2012