L’appuntamento è alle ore 9,00 alla Metropolitana di Scampia, siamo un piccolo gruppetto, altre ci raggiungeranno a piazza Matteotti.
Corriamo per non perdere la corsa, il treno è già pronto per partire. Ci accomodiamo un po’ distratte, alziamo lo sguardo, iniziamo a renderci conto di chi circonda… la metro è piena di donne, belle e fiere con le loro sciarpe bianche, ci scrutiamo silenziosamente sott’occhi con uno sguardo di complicità, è tacito il messaggio: che bello essere tutte insieme, unite per affermare la nostra dignità di donne.
Il capolinea è a piazza dante, dalle altre carrozze scendono una marea di figure femminili, volti di tutte le età, alcune accompagnate dai loro compagni, dai loro figli. Ci incamminiamo come un fiume in piena verso la piazza, luogo del concentramento del corteo.
E’ d’obbligo una sosta ad un bar, per un buon caffè, alcune di noi sono andate a letto tardi, hanno cucinato per il pranzo domenicale, sfaccendato, per rendersi “libere” per questa mattinata.
I bar sono affollati, guadagnando la postazione caffè, ci accorgiamo di un piccolo angelo in carrozzella, le facciamo una carezza, chiedendole: “vieni anche tu con noi?”, risponderanno i suoi amorevoli genitori: “Si! Ci sarà anche lei !!!!” Usciamo, mandandole un bacio.
La piazza è vicina, la gente aumenta sempre più, incominciamo a riconoscerci, ci abbracciamo, ci salutiamo sventolando le braccia. La piazza è gremita, gioia, sorpresa, come è bello esserci ed essere in tante.
Qualcuna ha portato degli striscioni, ci divertiamo moltissimo a leggerli, alcuni li fotografiamo, complimentandoci con chi li ha scritti.
Il corteo inizia a muoversi, musica, canti, slogan, si percepisce con stupore che qualcosa sta accadendo, una forza nuova accumuna tutte noi, siamo qua in migliaia per affermare quello che siamo: donne, che percorrono la loro vita con sacrifici, affrontando tutte le avversità con coraggio e dignità, senza voler scendere a compromessi e che rivendicano ad alta voce diritti.
Siamo in tante, molto diverse tra noi. Generazioni diverse, stili di vita diversi, ruoli diversi, percorsi differenti ed è proprio questa diversità il senso della giornata.
Nessuna di noi è lì per difendere, o peggio ancora affermare, la propria dignità personale, quello lo si fa singolarmente nella quotidianità. Questo è un momento collettivo, siamo una folla compatta che testimonia la propria diversità. Diversità rispetto ad un modello di donna che ci è estraneo, e che è invece presentato come unico. La piazza è gremita ed è di tutti, infatti in strada ci sono le nonne e i nipoti, i genitori e i figli. Gente che ha vissuto il sessantotto e ragazze che sono cresciute nell’epoca delle escort, da qualcuno anche definita come mignottocrazia. Ma che hanno ancora qualcosa da dirsi e da dire, qualcosa di autentico che non può passare solo attraverso il web (non solo) ma necessita della strada, della piazza, dei volti e delle voci, in una parola della realtà!
Patrizia Palumbo
Fabiana Romano