La scelta di essere un presidio di Libera è stata una scelta sofferta e travagliata, ci abbiamo pensato per circa due anni; tutti gli impegni che abbiamo preso sono stati sempre portati a termine con professionalità, garantendo competenze e disponibilità. L’accoglienza per noi è imprescindibile, chiunque bussi alla nostra porta viene sempre accolto, senza chiedere niente.
Il contrasto all’illegalità fa parte delle finalità della nostra associazione: dare voce a chi non ha voce, questo è il nostro servizio, abbiamo scelto di essere dalla parte giusta, siamo donne libere. Essere presidio di Libera lo dovevamo a Lella, la mamma di Antonio, che in tutti questi anni abbiamo accompagnato in ogni momento della sua vita, ma lo dovevamo a tutte le donne che abbiamo conosciuto, accompagnato e con cui abbiamo condiviso il dolore, causato da qualsiasi tipo di violenza.
Non è stato un anno buono per noi: abbiamo subito due furti, un danno dovuto ad un terzo tentativo, ma non ci siamo piegate, anzi andiamo avanti con il nostro lavoro ampliando la nostra rete. Speriamo che la preziosità, la ricchezza di questa rete di donne sia d’esempio, anche attraverso la scelta che abbiamo fatto, senza nessun fine di lucro né di visibilità ma per mettere al centro, come sempre facciamo, il bene del territorio.